Ripensare l'insegnamento religioso

a cura di Alessandro Cortesi e Giovanni Ibba

Contributi di Alessandro Cortesi, Giovanni Ibba, Brunetto Salvarani, Pietro L. Di Giorgi, Piergiorgio Grassi, Beatrice Iacopini, Flavio Pajer, Lino Prenna, Alfredo Jacopozzi, Giuliana Migliorini, Marco Pietro Giovannoni, Daniel Noffke, Eric Noffke

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Ripensare l’insegnamento religioso

Giovanni Ibba

Riflessioni sulla necessità di uno nuovo statuto dell’insegnamento della religione


Abstract

Va riconosciuta la mancanza nell’ordinamento scolastico italiano e degli altri Stati europei di un percorso di studi che dia una reale conoscenza della religione, in particolare l’ebraica e la cristiana. L’assenza di uno studio dei fondamenti della religione rende difficoltosa una comprensione adeguata della storia italiana ed europea, come del patrimonio culturale e artistico che è stato prodotto nei secoli.

I motivi di questa mancanza sono di varia natura, ma principalmente sono di ordine ideologico e politico. Dopo una fase di radicale rifiuto di ogni forma d’ingerenza religiosa sulla vita civile, avvenuto alla fine del XIX secolo con il Risorgimento, Benito Mussolini, una volta ottenuto il potere, si convinse dell’utilità della religione per i propri fini politici. Con i Patti Lateranensi del ’29 nacque un rapporto tra Stato e Chiesa che determinò un profondo equivoco sulla natura di un insegnamento come quello della «religione cattolica» all’interno delle scuole pubbliche.

Citazione:

G. Ibba, Riflessioni sulla necessità di uno nuovo statuto dell’insegnamento della religione, in Ripensare l’insegnamento religioso, Nerbini, Firenze 2025, 79-87

DOI: 10.12875/Eg178-008