Vivens homo 35/2
Rivista semestrale di Teologia e Scienze religiose della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale
Vai alla pagina principale della Rivista
Contributi di Anna Głusiuk, Maurizio Gronchi, Fortunato Iozzelli, Angelo Pellegrini, Manlio Sodi, Francesco Scutellà

Vivens homo 35/2
Fortunato Iozzelli
Osservazioni su alcune fonti usate da Bernardino da Siena
Abstract
L’edizione critica delle opere latine di san Bernardino da Siena, realizzata dai Frati Minori del Collegio San Bonaventura di Quaracchi (Firenze) negli anni 1950-1965, ha messo in evidenza che il Senese cita nei suoi sermoni e trattati molte fonti esplicite e implicite. Il che ha sollevato la questione dell’originalità del pensiero del celebre teologo predicatore. A prescindere da questo problema, il presente saggio prende in esame il sermone bernardiniano In visitatione beatae Mariae (che fa parte del Tractatus de beata Virgine composto negli anni 1430-1440) per mostrare il modo con cui l’Albizzeschi utilizza i testi dei padri della Chiesa e degli autori medievali nei suoi scritti. Dall’analisi delle quattro parti in cui si articola il sermone (che è un commento alle sette parole di Maria registrate nei vangeli), risulta che Bernardino fa esplicito riferimento ad alcuni padri della Chiesa e teologi medievali, mentre non menziona mai esplicitamente autori della tradizione francescana (come Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino da Casale) alle cui opere attinge con molta frequenza. La ragione di queste citazioni non esplicite sta nel fatto che Bernardino, pur tenendo in grande considerazione gli scritti di Olivi e Ubertino (come pure quelli dell’agostiniano Simone da Cascia), se ne è servito con cautela e prudenza perché, appartenendo i loro autori alla corrente degli spirituali ed essendo la loro dottrina un po’ sospetta, non voleva suscitare contrasti e polemiche dentro e fuori dell’ordine dei Minori.
The critical edition of the Latin works of St. Bernardino of Siena, produced by the Friars Minor of the Collegio San Bonaventura in Quaracchi (Florence) in the years 1950-1965, has shown that the Sienese monk quotes many explicit and implicit sources in his sermons and treatises. This has raised the question of the originality of the thought of the famous preacher and theologian. Apart from this problem, this essay examines Bernardino’s sermon In visitatione beatae Mariae (which is part of the Tractatus de beata Virgine composed in the years 1430-1440) to show how Albizzeschi uses the texts of the Church Fathers and medieval authors in his writings. From the analysis of the four parts into which the sermon is divided (which is a commentary on the seven words of Mary recorded in the Gospels), it appears that Bernardino makes explicit reference to some Church Fathers and medieval theologians, while he never explicitly mentions explicitly authors of the Franciscan tradition (such as Pietro di Giovanni Olivi and Ubertino da Casale) whose works he frequently draws on. The reason for these implicit citations is that Bernardino, while holding the writings of Olivi and Ubertino (as well as those of the Augustinian Simone da Cascia) in high regard, he used them with caution and prudence because, as their authors belonged to the spiritual movement and their doctrine was somewhat suspect, he did not want to cause conflict and controversy inside and outside the Order of Friars Minor.
F. Iozzelli, Osservazioni su alcune fonti usate da Bernardino da Siena, in Vivens Homo 35/2 (2024), 247-258